Senza filtri, Milla De La Soul, una delle deejay più richieste e amate dalla scena LGBTQ italiana, internazionale e non solo, ha risposto a qualche domanda in merito al suo percorso artistico, al rapporto con Le Strulle, trio di cui fa parte da sempre e tutte le migliori avventure trascorse ad oggi.
Buona lettura!
Ciao Milla, benvenuta su andre1blog! Tre aggettivi per descrivere al meglio il tuo progetto artistico?
Ciao! Direi “sfacciato”, perchè non mi sono mai curata più di tanto dei limiti musicali dettati dalle mode. “Impetuoso”, in quanto cerco di trasmettere la forza incontrollabile che provo in consolle. “Emancipato”, perchè vivo come se fossi un’amazzone.
Sei ormai una delle deejay più richieste nella scena LGBTQ italiana, internazionale e non solo. Ma tornando al 2007, dopo aver fatto parte di rock bands come bassista, decidi di intraprendere il tuo percorso da DJ. In che modo ti sei avvicinata al mondo della notte? Quando ha deciso di approcciarti alla consolle?
Quando mi sono resa conto del fatto che non avrei avuto l’autostima necessaria per diventare una rock star. Da dj invece, sono più a mio agio. Forse perchè la consolle pone la distanza necessaria tra me e il pubblico, per farmi dimenticare le insicurezze e concentrarmi sulla musica. Un musicista sta lì, nudo. La consolle in qualche modo ti “veste” di tante cose.
Dodici anni dalla nascita del trio Strulle di cui fai parte. Dal Cocoricó di Riccione al Girlie Circuit di Barcellona, in consolle con alle spalle oltre 1500 party e suonato con i più grandi al mondo della scena Edm tra cui Afrojack, Martin Garrix, Axwell, Ingrosso per citarne alcuni. Che compagne di viaggio sono Rrose e T ? Iniziando nel 2007 con i primi party friendly a Ferrara, avete raggiunto traguardi importantissimi ad oggi. Qual era inizialmente il vostro obiettivo e qual è stato il primo Pride a cui avete partecipato come ospiti?
L’obiettivo del 2007 era lo stesso di oggi: essere un riferimento per la comunità lesbica. Dare visibilità. E portare la nostra idea di clubbing, che vede le donne al comando.
Ti posso assicurare che è un altro pianeta rispetto alle classiche discoteche. Abbiamo gusti musicali che variano dal rock, ai latini, passando per la techno e la goa.
E soprattutto ci mettiamo la minigonna e i tacchi, solo se ci va, non perchè deve essere così.
Il primo pride come ospiti fu a Bologna nel 2012.
Non ci esibimmo durante la parata, ma alla festa ufficiale al Pala Nord, un posto immenso. C’erano 10000 persone in pista.
Quanto è importante rappresentare la comunità LGBTQ nel mondo del djing?
Siamo in pochi a farlo dichiaratamente con i media e sui social. È fondamentale, perchè i giovani ci guardano ed hanno bisogno di sapere che possono vivere la loro vita come meglio credono. E non solo in discoteca. Io sono lesbica, lavoro ed ho una vita normalissima.
E chi non condivide il mio modo di essere, si deve allontanare.
«Nella storia della musica moderna molte realtà musicali sono nate negli ambienti LGBT. Far parte di un mondo così disinibito ti porta a sperimentare più facilmente nuovi generi».Quest’ultima è una citazione estratta da una tua intervista uscita lo scorso Maggio su Billboard Italia.
Quali sono le realtà LGBT italiane in cui suoni maggiormente? Qual è l’atmosfera che si crea quando arrivi in consolle?
Il Cassero di Bologna, locale in cui suono da 11 anni, ha visto nascere Mahmood, Myss Keta ed una marea di attori, dj e ballerini famosissimi. Il Tunga di Rimini è follia allo stato puro.
Solo per citarne un paio. Sono realtà nelle quali non c’è nessuna differenza sociale, sessuale o di genere. Ed inevitabilmente si respira aria di libertà a 360°, perchè tutti se ne fregano di qualsiasi cosa.
La scorsa estate e non solo, hai anche suonato in diverse località italiane in collaborazione con Radio Deejay per il Deejay Time. Racconta brevemente com’è andata questa esperienza!
Ero la dj addetta agli open set del Deejay Time (Albertino, Molella, Fargetta e Prezioso).
Sono stata in tournè nelle piazze e nei festival più importanti di tutta Italia. Ogni sera avevo un pubblico che variava dalle 5000 alle 20000 persone. È stata l’esperienza più importante della mia vita. Rapportarmi quotidianamente a loro quattro e a tutto l’entourage di 2stars
(agenzia di Sergio Velludo con esperienza quarantennale) è stato impressionante.
Cosa ci si deve aspettare ad una serata con ospite Milla De La Soul?
Mentre ad un party con Le Strulle?
Il mio dj set va dalla tech – house alla goa. Nel senso che le basi delle canzoni che suono tendono ad essere molto internazionali, non è la solita dance italiana, anche se mi piace suonare i mash-up con i cantati in italiano. Con Le Strulle il dj set a volte dura anche quattro ore, quindi il range dei generi musicali è molto più ampio. In consolle siamo tre sceme, ci divertiamo molto insieme e col pubblico col quale cerchiamo di interagire più che possiamo.
Sorprenderai il tuo pubblico dedicandoti anche alla produzione di tuoi brani ufficiali? Durante i set suono sempre i miei edit e i miei mash-up.
Ma sto cucinando qualcosa di diverso dal solito.
Dove suonerai nelle prossime settimane? Cosa bolle in pentola per questo 2020?
Nelle prossime settimane continuerò la programmazione invernale delle Strulle che si svolgerà all’Altromondo Studios di Rimini con il Tunga, al Cassero di Bologna, all’Enjoy di Grosseto, al Piper di Verona e in tanti altri posti sparsi per la penisola.
Inoltre fino a Maggio sarò al Numa di Bologna con Like a Star, un talent con cui collaboro come coach e giudice.
Nel mio profilo instagram potete trovare gli aggiornamenti di tutto il 2020, probabilmente ci sarà anche una tournè all’estero.
Ciao Milla! Grazie per la chiacchierata e in bocca al lupo per questo nuovo anno!
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